Scripta manent, dicevano i romani. Eppure, sempre loro cancellavano le tavolette di cera, per poterci scrivere di nuovo. Tabula rasa, dicevano.
Oggi, come spesso accade in un coro di pareri non richiesti, l’espressione viene utilizzata a sproposito. Certo è che la tavoletta del nostro intelletto, per essere cancellata, prima, appunto, deve essere scritta. Da noi stessi? Sì, certamente. Ma per poterlo fare ci servono gli strumenti. E lo strumento per eccellenza è il libro.
La vulgata insegna che i libri sono i mattoni della nostra conoscenza. Per costruire con solide basi, per crescere in altezza e in spessore. Libri che ci invogliano a leggere altri libri. Parole che ci spingono a silenzi fondamentali. Per poter parlare senza sparlare.
I libri servono a far sì che certi concetti non siano impressi nella cera. Ma incisi nello spirito. Per spazzare via “verità” di comodo, cancellare le parole inutili. E ricostruire, guardando ai modelli migliori. Eterni.
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